Perché è un problema essere troppo alte o troppo basse?
SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME, PERCHÈ MI VEDO SEMPRE COME LA PIÚ BRUTTA DEL REAME?
Vi è mai capitato di guardarvi allo specchio e sentirvi sbagliate? È impossibile che non vi sia mai successo di focalizzare la vostra attenzione solo su quelli che voi ritenete essere i vostri difetti più grandi. Noi donne, che siamo sempre le più severe giudici di noi stesse, potremmo perdere ore per stilarne una lista infinita. È la lista dei “troppo” o dei “troppo poco”. Troppo grassa, troppo magra, troppo alta, troppo bassa, troppo scura, troppo bianca. Alla fine ci sembra che proprio noi siamo di troppo davanti allo specchio e ce ne allontaniamo sentendoci a disagio.
SRAGIONIAMO SUI CANONI DI BELLEZZA: PREGI E DEFECTUS DELLA NOSTRA MENTE.
Non è colpa dello specchio e, incredibilmente, non è nemmeno colpa nostra. È una banalità dire che i nostri difetti non dipendano da noi, ma non è una banalità comprendere perché li riteniamo tali. La parola latina Defectus significa mancanza ed è proprio ciò che pensiamo ci manchi che ci fa provare la sensazione di essere sbagliate. D’altronde, fin dall’antica Grecia, la bellezza si basa su canoni prestabiliti con cui gli esseri umani si forzano a dover fare i conti. Se ci pensiamo, qualsiasi canone è una costrizione autoimposta da ognuno di noi, femmine e maschi compresi. Noi siamo la società e noi tutti ne determiniamo i canoni. Tralasciando le millenarie e profonde discettazioni filosofiche e psicologiche in materia, ci basta realizzare che tutti noi, insieme, determiniamo cosa sia gradevole e spiacevole, cosa sia giusto e sbagliato.
NOI E LE NOSTRE CONVINZIONI PIÚ RADICATE.
Quante volte i nostri partner o i nostri amici ci hanno detto di apprezzare quello che noi riteniamo essere un nostro difetto? Noi donne siamo talmente testarde che spesso, anche davanti ad apprezzamenti sinceri e disinteressati, ci convinciamo di avere ragione nel continuare a pensare il contrario. È lì che nasce il canone. I nostri partner/amici ci hanno dimostrato di non essere affetti dal germe del conformismo, ma noi continuiamo invece ad esserne vittime e a farci del male da sole.
È un atteggiamento autolesionistico, perché siamo sempre così severe esclusivamente con noi stesse. Non consideriamo questi paradigmi superficiali per giudicare gli altri ma ne teniamo sempre conto quando ci analizziamo criticamente.
LA SVOLTA AUTOINCLUSIVA CHE OGNUNA DI NOI DOVREBBE METTERE IN PRATICA.
Forse, la svolta, per dirlo con Heidegger, sarebbe iniziare a pensare di cambiare il nostro atteggiamento verso noi stesse per contaminare anche gli altri nel loro ipercritico autolesionismo.
Sicuramente, tanto sui social quanto nella vita reale, qualcuno continuerà a insultare il prossimo e a farlo sentire sbagliato, ma almeno noi saremo convinte di aver dato il nostro concreto contributo personale al cambiamento semplicemente smettendo di sentirci sbagliate.
Si parla tanto di inclusione verso il prossimo, ma dovremmo iniziare a pensare di includerci da sole, imparando ad accettarci per come siamo.
UN “TROPPO” DI TROPPO.
È dunque un problema essere troppo alte, troppo basse, troppo magre o troppo grasse?
La risposta è no, ma solo se tutti impariamo ad eliminare quel “troppo” da qualsiasi frase abbia a che fare con la condizione fisica di un essere umano. Esiste però un problema oggettivo perché la moda lavora per gli standard nella media. È una questione commerciale: la moda deve fare tendenza provando a soddisfare la maggioranza. La moda si rifiuta di essere per pochi.
Il brand Coraggio è nato con l’intento di far sentire giuste tutte le donne con le taglie cosiddette fuori standard. Il bello è che nel mondo di Coraggio il fuori standard è costituito dalle taglie a cui si dedica normalmente la moda. Se una donna con il 38 di piedi entra in negozio, prova lo smarrimento che proviamo noi quando chiediamo a una commessa di mostrarci un paio di decolleté taglia 44 o un paio di ballerine taglia 33. La differenza è che loro non si sentono umiliate, mentre noi a volte sì. Ed il vero problema è che ci siamo abituate a quella sgradevole sensazione di essere sbagliate e difettose.
Coraggio nasce dall’esigenza e dal sogno di eliminare quel “troppo” con i fatti. Per trasformare quel defectus in effectus, ossia per rendere ciò che si ritiene erroneamente mancante in ciò che è perfettamente “compiuto” così com’è.
E adesso vediamo se avete ancora il Coraggio di dire che siete troppo alte o troppo basse.
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